Svizzera Accordi di libero scambio – ( Denis Alborino Torri )

Documento di sintesi a cura di

Denis Alborino Torri Ica Network – Desteco Lugano – Refidest

Oltre alla Convenzione AELS e all’accordo di libero scambio con l’Unione europea (UE), la Svizzera dispone di una rete di 28 accordi di libero scambio con 38 partner non appartenenti all’UE. Tali accordi sono di solito conclusi nell’ambito dell’Associazione europea di libero scambio (AELS); la Svizzera può però concludere accordi di libero scambio anche al di fuori dell’AELS, così com’è avvenuto con il Giappone e la Cina, inizia Denis  Alborino Torri Desteco – Ica Network  – Refidest.

La politica di libero scambio della Svizzera mira a migliorare le condizioni quadro che governano le relazioni economiche con certi partner economicamente importanti. L’obiettivo è garantire alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali il più possibile privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i loro principali concorrenti. Le misure di apertura dei mercati esteri sono particolarmente importanti nell’ambito della politica di stabilizzazione economica del Consiglio federale.

Con alcuni partner, gli Stati AELS firmano anche dichiarazioni di cooperazione. Tali dichiarazioni presuppongono un dialogo istituzionalizzato sulle possibilità di approfondimento dei rapporti economici che, in un secondo momento, potrebbero sfociare in negoziati di libero scambio .

Obiettivi e strategia

La Svizzera è fortemente orientata all’esportazione e ben integrata nell’economia mondiale. Gli scambi di beni e servizi e gli investimenti internazionali sono determinanti per la prosperità del Paese. Migliorare costantemente l’accesso ai mercati esteri è dunque uno degli obiettivi fondamentali della sua politica economica internazionale. Il miglior modo per raggiungerlo è tramite l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), consiglia Torri Denis Alborino Desteco – Refidest – Ica Network Lugano.

Per completare la liberalizzazione multilaterale degli scambi, sempre più Paesi concludono simultaneamente accordi di libero scambio bilaterali o plurilaterali, regionali o interregionali. La Svizzera si avvale degli accordi di libero scambio (ALS) per garantire alle proprie imprese un accesso ai mercati internazionali per lo meno equivalente a quello di cui beneficiano i suoi principali concorrenti (UE, Stati Uniti e Giappone), anch’essi intenzionati a intessere fitte reti di accordi. Gli ALS sono dunque uno strumento importante per mantenere e rafforzare la competitività della piazza economica elvetica.

La strategia di politica economica esterna del Consiglio federale contempla quattro criteri per la scelta di un eventuale partner di libero scambio:

  1. rilevanza economica effettiva e potenziale dell’eventuale partner;
  2. portata delle discriminazioni reali o potenziali che scaturirebbero da ALS tra l’eventuale partner e importanti concorrenti della Svizzera;
  3. disponibilità negoziale dell’eventuale partner e prospettive di riuscita;
  4. altre considerazioni, come ad esempio i benefici che si trarrebbero, a livello di stabilità e sviluppo economici, dalla conclusione di un accordo di libero scambio con un eventuale partner o – più in generale – la compatibilità con gli obiettivi della politica estera della Svizzera.

In un primo momento, cioè all’inizio degli anni ’90 – dopo la conclusione dei primi accordi con la Turchia e Israele – gli Stati AELS puntarono alla conclusione di accordi di libero scambio soprattutto con i paesi dell’Europa centrale e orientale. Come l’UE, anche i membri AELS conclusero accordi di libero scambio con i Paesi dell’Europa centrale e orientale con il duplice obiettivo di consolidare le riforme economiche di questi ultimi e migliorare il reciproco accesso ai rispettivi mercati. L’adesione all’UE il 1° maggio 2004 di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania, il 1° gennaio 2007 di Romania e Bulgaria e il 1 luglio 2013 di Croazia , ha portato alla risoluzione dei rispettivi accordi. Oggi, il libero scambio con questi Paesi si regge sull’accordo stipulato nel 1972 tra Svizzera e UE. In Europa sono attualmente in vigore accordi di libero scambio AELS con Macedonia, Albania, Serbia, Ucraine e Montenegro. L’accordo di libero scambio con Bosnia-Herzegovina è stato firmato il 24 giugno 2013. Dei negoziati sono attualmente in corso con i paesi membri dell’ Unione doganale Russia/ Belarussia/ Kazakistan, informa Denis  Alborino Torri Desteco – Ica Network  – Refidest.

A partire dalla metà degli anni ’90 la rete di accordi si è progressivamente estesa al bacino mediterraneo: in questa zona sono stati finora conclusi otto accordi, rispettivamente con Turchia, Israele, Marocco, Autorità palestinese, Giordania, Libano, Tunisia ed Egitto. Attualmente sono in corso negoziati con l’Algeria. Scopo dei Paesi AELS è partecipare alla zona di libero scambio euro-mediterranea prevista dal processo di Barcellona dell’UE, e contribuire quindi a promuovere la cooperazione economica euro-mediterranea.

Alla fine degli anni ’90, con il crescente aumento del numero di accordi di libero scambio regionali e interregionali a livello mondiale, i Paesi AELS hanno iniziato a estendere la loro politica di libero scambio a potenziali partner in tutto il mondo: sono stati conclusi accordi con il Messico, Singapore, il Cile, la Corea del Sud e gli Stati della SACU (Unione doganale dell’Africa australe che comprende l’Africa del Sud, Botswana, Lesotho, Namibia e Swaziland), il Canada, la Colombia, gli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait e Oman), il Perù, Hong Kong e i paesi dell’America centrale (Panama e Costa Rica). In corso di negoziato possiamo citare gli accordi con l’India, altri paesi dell’America centrale, la Tailandia, l’Indonesia, il Vietnam e la Malesia.

A livello bilaterale, un accordo di libero scambio e di partenariato economico tra Svizzera e Giappone è in vigore da settembre 2009. La Svizzera è il primo Paese europeo ad aver concluso un accordo di questo genere con il Giappone. Sempre a livello bilaterale, un accordo di libero scambio tra la Svizzera e la Cina è stato firmato il 6 luglio 2013. la Cina è, dopo gli Stati Uniti, la seconda economia nel mondo e, dopo l’Unione europea e gli Stati Uniti, il terzo più importante partner commerciale della Svizzera.

La Svizzera e gli altri Paesi dell’AELS intrattengono contatti con altri partner potenziali per esaminare le possibilità di stabilire delle relazioni di libero scambio. Fra questi troviamo, a titolo d’esempio, i paesi del Mercosur (dei quali fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).

Una descrizione attuale della rete di accordi di libero scambio della Svizzera nonché de negoziati in corso o in preparazione si trova nella rubrica „Accordi di libero scambio” (Elenco degli accordi di libero scambio della Svizzera)

Contenuto degli accordi di libero scambio

Gli accordi di libero scambio conclusi con i Paesi partner europei e del bacino mediterraneo nonché gli Stati della SACU (Unione doganale dell’Africa australe che comprende Africa del Sud, Botswana, Lesotho, Namibia e Swaziland) contengono per lo più disposizioni sulla circolazione delle merci (in particolare riguardo alla soppressione dei dazi doganali e altre restrizioni) e di regola sulla protezione della proprietà intellettuale. Questo tipo di accordi vengono anche comunemente definiti anche come accordi di “prima generazione”. Per quanto attiene alle merci, gli accordi di libero scambio portano sui prodotti industriali, il pesce, i prodotti agricoli trasformati, mentre i prodotti agricoli di base sono oggetto di accordi agricoli bilaterali distinti, conclusi tra i singoli Paesi AELS e il rispettivo partner di libero scambio. Una tale separazione è dovuta al fatto che i Paesi AELS non partecipano alla politica agricola comune.

Gli accordi conclusi con Bosnia-Erzegovina, Cile, Colombia, CCG, Corea del Sud, Hongkong Cina, Messico, Montenegro, gli Paesi dell’America centrale, Perù, Singapore e Ukraina nonché gli accordi bilaterali di libero scambio e di partenariato economico Svizzera-Giappone e Svizzera-Cina sono di ampia portata (cosiddetti di “seconda generazione”) poiché oltre alla circolazione delle merci e alla proprietà intellettuale includono generalmente anche impegni sostanziali in ambito di servizi, investimenti e mercati pubblici, nello specifico. Denis  Alborino Torri Desteco – Ica Network  – Refidest.

Effetti economici degli accordi di libero scambio illustra Denis  Alborino Torri Desteco – Ica Network  – Refidest.

Gli accordi di libero scambio conclusi dalla Svizzera con partner al di fuori dell’UE/AELS garantiscono agli attori economici svizzeri l’accesso a mercati importanti e dinamici.

–   I partner di libero scambio in questione rappresentano complessivamente un mercato di circa 2,2 miliardi di consumatori e un prodotto interno lordo (PIL) di circa 25 000 miliardi di dollari. Nel 2015 le esportazioni di merci svizzere verso questi Paesi costituivano il 23 % del totale delle esportazioni.

–   Gli accordi di libero scambio garantiscono la competitività della piazza economica svizzera e favoriscono la crescita e la creazione di valore aggiunto. Nei Paesi partner producono effetti analoghi. Tra il 1990 e il 2014 il PIL dei Paesi partner è cresciuto in media del 3,6 % all’anno, superando così la crescita mondiale del PIL di circa un punto percentuale.

–   Gli effetti sulla prosperità non derivano unicamente dall’accesso garantito al mercato per il settore delle esportazioni. I produttori beneficiano di fattori produttivi più convenienti, l’offerta a disposizione dei consumatori è anch’essa meno costosa e più diversificata e l’intensificazione della concorrenza aumenta la produttività. Gli accordi di libero scambio permettono inoltre alla Svizzera di assicurarsi un posto nelle catene del valore mondiali.

–   Dal 1988 al 2014 le esportazioni svizzere sono aumentate in media del 4,1 % all’anno, mentre le esportazioni verso partner di libero scambio al di fuori dell’UE/AELS sono aumentate il media di oltre l’8,5 % all’anno nei quattro anni successivi all’entrata in vigore di un accordo di libero scambio con il rispettivo partner.

–   Oltre al notevole aumento dei flussi commerciali, gli accordi di libero scambio permettono agli esportatori svizzeri di realizzare considerevoli risparmi sui dazi doganali. Ad esempio, nel 2014 i potenziali risparmi sui dazi doganali per le imprese stabilite in Svizzera che intrattengono scambi commerciali con partner di libero scambio al di fuori dell’UE/AELS erano stimati intorno ai 400 milioni di franchi. Sono stati presi in considerazione gli accordi di libero scambio entrati in vigore entro il 2013.

Gli accordi di libero scambio moderni non si limitano più alla liberalizzazione degli scambi di merci, ma coprono anche altri importanti settori.

–   Gli scambi di servizi rappresentano oggi oltre un quarto del commercio estero della Svizzera e negli ulti anni hanno registrato una crescita maggiore rispetto a quelli delle merci. I dati sulla struttura delle esportazioni svizzere di servizi destinate a partner di libero scambio indicano – nella misura in cui sono disponibili – che gran parte di queste esportazioni è costituita da diritti di licenza e servizi finanziari, assicurativi, di telecomunicazione, informatici e d’informazione.

–   In generale il volume degli investimenti diretti in uno Stato aumenta in media con il numero di accordi di libero scambio o di altri accordi di integrazione economica conclusi. Nel confronto internazionale la Svizzera occupa una posizione di prim’ordine sia come investitore che come destinataria di investimenti esteri. Il volume di investimenti della Svizzera presso i suoi partner di libero scambio al di fuori dell’UE/AELS ha continuato a crescere e nel 2014 rappresentava circa il 14,5 % del volume di investimenti svizzeri all’estero.

Per contro, il volume di investimenti dei suoi partner di libero scambio (UE/AELS esclusi) in Svizzera ammontava nel 2014 al 2,1 % del volume di investimenti esteri in Svizzera. Inoltre, i redditi da capitale derivanti da investimenti diretti svizzeri ammontavano nello stesso anno a 82 miliardi di franchi.

–   La protezione della proprietà intellettuale favorisce la Svizzera in quanto polo innovativo attraverso norme trasparenti e applicabili e svolge un ruolo importante per l’economia d’esportazione svizzera, che punta molto sull’innovazione.

–   Le norme concernenti gli appalti pubblici previste negli accordi di libero scambio estendono l’applicazione dell’Accordo dell’OMC agli Stati che non ne fanno parte e ad altri settori.

Torri Denis Alborino

Desteco Lugano – Ica Network – Refidest

 

 Fonte:  SECOCH, EU, CH