L’Italia toglie la Svizzera da due “black list”

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Il Parlamento italiano ha soppresso due liste nere in cui era presente la Svizzera.

Il Parlamento italiano ha approvato il bilancio dello Stato 2016 e in tal senso ha annullato due “black list” in cui era inserita la Svizzera. Ciò semplifica gli scambi bilaterali.

Entrambe le “black list” non sono più in vigore dal 1° gennaio 2016. Concretamente ciò significa che le imprese svizzere che hanno rapporti commerciali con imprese italiane non hanno più bisogno che enti ufficiali italiani confermino che non ottengono privilegi fiscali in Svizzera. Tale formalità era fino ad oggi necessaria affinché i costi derivanti dal partenariato commerciale potessero essere dedotti fiscalmente.

Di seguito le due “black list” eliminate in breve:

La “black list” del 2001 era indirizzata alle imprese che beneficiavano di un regime fiscale privilegiato in Svizzera (holding, società domiciliate e miste) dove la maggior parte degli azionisti risiedono in Italia (CFC/ Controlled foreign companies, società straniere controllate).

La “black list” del 2002 riguarda a livello generale le imprese che sono insediate in Paesi che prevedono privilegi fiscali. In questa lista era inserita la Svizzera a causa degli sgravi fiscali per holding, società domiciliate e miste (vedere lista nera 1). La lista nera del 2002 prevedeva che nelle relazioni commerciali bilaterali tra imprese svizzere e italiane i costi non erano detraibili se il partner svizzero godeva di privilegi fiscali. Le imprese svizzere che non beneficiavano di sgravi fiscali potevano richiedere una dichiarazione all’ufficio di tassazione cantonale al fine di dedurre i costi derivanti dal partenariato commerciale con l’impresa svizzera. Questa formalità amministrativa aggiuntiva produceva conseguenze negative per le relazioni commerciali bilaterali e scoraggiava le imprese italiane ad intraprendere relazioni d’affari con le imprese svizzere.

Fonti: CH – EU

Denis Torri

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