La crescita dell’export cinese si contrae, mentre l’inflazione cresce lentamente – Rassegna a cura di Denis Alborino Torri – Ica Network

I dati cinesi su scambi commerciali e inflazione pubblicati la settimana scorsa confermano la contrazione della crescita di import ed export e l’aumento delle pressioni sui prezzi. A ottobre, il valore in dollari delle esportazioni è aumentato soltanto del 6,9%, contro l’8,1% di settembre, mentre le importazioni sono aumentate solo del 17,2% contro il 18,6% del mese precedente. Tuttavia, su base mensile rettificata, il tasso di contrazione di import ed export non registra variazioni rispetto a settembre. Allo stesso tempo, l’inflazione dei prezzi al consumo è cresciuta più del previsto, sostenuta da un aumento del prezzo dei beni alimentari. A ottobre, l’inflazione primaria è cresciuta all’1,9% su base annua, contro l’1,6% di settembre, mentre l’inflazione core è rimasta invariata al 2,3% su base annua. Con il probabile raffreddamento dell’economia e dei mercati delle commodity nei prossimi trimestri, anche le pressioni inflazionistiche sembrano destinate a diminuire prima che sia necessario un intervento monetario.

Denis Torri –  Ica Network

Fonte: EFGBK

 

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La quiete prima della tempesta ?

Articolo a cura di Denis Alborino Torri  – Desteco – Refidest – Ica Network

Calma piatta sui mercati nell’ottava appena conclusa, con movimenti dei prezzi contenuti per la maggior parte degli asset. A livello globale, prosegue il rialzo delle azioni, sebbene durante la settimana in esame il settore abbia registrato solo un +0,5%, sostenuto principalmente dai dati macroeconomici e dai risultati positivi messi a segno dai finanziari americani nel terzo trimestre. Le performance registrate sui vari mercati, dagli Stati Uniti all’Asia, passando per l’Europa, non hanno mostrato grandi differenze. In tale contesto, il mercato giapponese ha sovraperformato e il VIX, l’indice che misura la volatilità sull’SP500, è prevedibilmente sceso di nuovo, toccando quota 9,5 e avvicinandosi così al livello registrato la scorsa settimana (9,2), con cui ha segnato i minimi da diversi anni.

I rendimenti delle obbligazioni governative si sono mantenuti bassi in un contesto di inflazione contenuta; gli spread dei paesi periferici dell’area Euro si sono contratti, contribuendo a ridurre lo spread delle obbligazioni corporate europee, a differenza di quello sui corporate bond statunitensi, che si è allargato di alcuni punti base, pur mantenendosi su livelli storicamente bassi. Stessa calma anche sul mercato dei cambi, dove i principali cross valutari hanno registrato movimenti contenuti. Solo le commodity sono state caratterizzate da una maggiore vitalità, trainate dai ciclici, come petrolio e rame, mentre le crescenti incertezze sul piano geopolitico hanno sostenuto il prezzo dell’oro.

L’andamento del metallo giallo sembra infatti riflettere in parte le preoccupazioni sui possibili sviluppi delle questioni riguardanti l’Iran, la Corea del Nord, i negoziati sul nuovo NAFTA e la Catalogna, le quali non sembrano aver influenzato in altro modo i mercati. È veramente la quiete prima della tempesta, per citare le parole pronunciate qualche giorno fa da Trump in merito all’accordo sul nucleare con l’Iran?

La questione catalana potrebbe esserne una dimostrazione continua Torri Denis  – Desteco. Sebbene il presidente della Generalitat di Catalogna Carles Puigdemont non abbia proclamato l’indipendenza, non ha nemmeno escluso questa possibilità. Quest’ambiguità ha portato il governo di Madrid alla richiesta di chiarire la posizione della Catalogna entro e non oltre giovedì 19 ottobre. Se la dichiarazione di indipendenza, al momento sospesa, non sarà inequivocabilmente rettificata, il governo centrale, autorizzato dalla Costituzione spagnola e con l’approvazione del Senato, potrà assumere il controllo della regione. Una tale circostanza, sebbene pienamente autorizzata dalla legge, potrebbe generare una nuova ondata di violenza e scontri nonché alimentare la diffidenza verso i titoli spagnoli e incrementare il rischio di contagio nei confronti dell’Italia.

Tuttavia, i mercati hanno a disposizione un potente antidoto per accrescere la loro resilienza nei confronti di questi eventi che non sembrano essere sistemici: l’economia è tornata a crescere e la ripresa globale sta continuando ad un passo più veloce. A dichiararlo è l’FMI, che settimana scorsa, nell’ultimo World Economic Outlook, ha rivisto al rialzo le stime di crescita globale per il 2017 e il 2018. Dopo anni in cui la ripresa è stata debole, spesso percepita come fragile ed esposta ai rischi di ribasso per qualsivoglia ragione, ora il cielo è insolitamente sgombro di nubi. La tempesta può sempre arrivare, ma non sembra essere dietro l’angolo.

Denis  Alborino Torri

 

Fonte: EFGB, EU

 




Politica estera e di Sicurezza – Denis Alborino Torri – Articolo

La politica estera e di sicurezza dell’UE si è progressivamente sviluppata nel corso degli anni e consente all’Unione di esprimersi con un’unica voce sulla scena mondiale. Agendo collettivamente, i 28 paesi membri dell’UE hanno un peso di gran lunga maggiore rispetto a quanto ne avrebbero muovendosi in ordine sparso inizia Denis Torri  – Desteco.

Il trattato di Lisbona del 2009 ha rafforzato questo settore d’intervento mediante la creazione:

  • dell’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza
  • il corpo diplomatico dell’UE.

Pace e sicurezza

La politica estera e di sicurezza dell’UE si prefigge di:

  • preservare la pace e rafforzare la sicurezza internazionale
  • promuovere la collaborazione internazionale
  • sviluppare e consolidare:
    • la democrazia
    • lo Stato di diritto
    • il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Diplomazia e collaborazione

L’UE svolge un ruolo di primo piano riguardo ai grandi temi internazionali, tra cui il programma nucleare iraniano, la stabilizzazione della Somalia e del Corno d’Africa e la lotta al surriscaldamento del pianeta. La sua politica estera e di sicurezza, volta a risolvere i conflitti e a promuovere la comprensione fra i popoli, si basa sulla diplomazia; gli scambi, il commercio, gli aiuti umanitari, la sicurezza e la difesa spesso svolgono un ruolo complementare.

Essendo il principale donatore mondiale di aiuti allo sviluppo, l’UE si trova nella posizione ottimale per cooperare con i paesi in via di sviluppo informa Torri Denis Alborino.

Con il loro peso economico e demografico, l’Unione e i suoi 28 Stati membri rappresentano una grande potenza mondiale. L’UE è anche la prima potenza commerciale, dotata della seconda valuta più importante del mondo, l’euro. La tendenza ad adottare decisioni comuni in materia di politica estera ne rafforza l’influenza.

L’UE collabora con i maggiori protagonisti della scena mondiale, comprese le potenze emergenti. L’obiettivo è garantire che tali relazioni siano basate su interessi e vantaggi reciproci. L’UE organizza periodicamente incontri al vertice con Canada, Cina, Giappone, India, Russia e Stati Uniti. Le sue relazioni internazionali comprendono i seguenti temi:

  • istruzione
  • ambiente
  • sicurezza e difesa
  • criminalità
  • diritti umani.

Missioni per il mantenimento della pace

L’UE ha inviato missioni di pace in diverse zone di crisi del mondo. Nell’agosto del 2008 ha contribuito a negoziare un cessate-il-fuoco tra Georgia e Russia e inviato i suoi osservatori per monitorare la situazione. Ha inoltre fornito aiuti umanitari agli sfollati sottolinea Denis Alborino Torri.

Nel Kosovo ha inviato poliziotti e magistrati per garantire l’ordine pubblico.

Mezzi d’intervento

L’UE non dispone di un esercito permanente. Nell’ambito della sua politica di sicurezza e di difesa comune utilizza invece contingenti speciali forniti dai paesi dell’UE per:

  • le operazioni comuni di disarmo
  • le missioni umanitarie e di soccorso
  • le azioni di consulenza e assistenza militare
  • la prevenzione dei conflitti e il mantenimento della pace
  • la gestione delle crisi, ad esempio il ristabilimento della pace e la stabilizzazione in seguito a un conflitto.

Dal 2003 l’UE ha svolto 30 tra missioni civili e operazioni militari in tre continenti. Tutte le missioni sono state organizzate in risposta a crisi:

  • costruzione della pace dopo lo tsunami in Indonesia
  • protezione dei rifugiati in Mali e nella Repubblica centrafricana
  • lotta alla pirateria al largo della Somalia e del Corno d’Africa
  • L’UE svolge ora un ruolo importante di garante della sicurezza.

Dal gennaio 2007 è stata in grado di effettuare operazioni d’intervento con due gruppi tattici concorrenti, ciascuno composto da 1 500 uomini. Questa tecnica permette di avviare quasi simultaneamente due operazioni distinte. Le relative decisioni sono prese dai ministri nazionali dei paesi europei in sede di Consiglio dell’UE.

Legami più stretti con i paesi vicini: la politica europea di vicinato

La politica europea di vicinato gestisce le relazioni dell’UE con 16 paesi vicini meridionali ed orientali.

A sud: Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Palestina (questa designazione con comporta il riconoscimento della Palestina come Stato e non pregiudica le posizioni su tale riconoscimento), Siria e Tunisia.

Ad est: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina.

La politica di vicinato punta a rafforzare le relazioni con i vicini orientali e meridionali e a promuovere i seguenti aspetti:

  • associazione politica
  • integrazione economica
  • maggiore mobilità delle persone.

Con l’espansione dell’UE, i paesi dell’Europa orientale e del Caucaso meridionale sono diventati più vicini. La loro sicurezza, stabilità e prosperità ci riguarda sempre più da vicino. Nel 2009 è stata avviata un’iniziativa politica comune, il partenariato orientale, per intensificare le relazioni dell’UE con sei paesi dell’Est europeo. Una più stretta collaborazione tra l’UE e i suoi partner dell’Europa orientale (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina) è un elemento fondamentale delle relazioni esterne dell’Unione.

A seguito della primavera araba, l’UE ha rilanciato la politica europea di vicinato per sostenere meglio i partner che avviano riforme orientate alla democrazia, allo Stato di diritto e ai diritti umani. Il suo obiettivo è incoraggiare in questi paesi uno sviluppo economico solidale e promuovere, oltre alle relazioni con i governi, forme di collaborazione con diversi gruppi e organizzazioni.

L’UE sostiene anche paesi vicini colpiti da crisi e conflitti. È il principale donatore a favore delle vittime in Siria, cui ha destinato aiuti per oltre 3,2 miliardi di euro dal 2011 a oggi. L’UE sta anche cercando di aiutare la Libia nell’attuale difficile situazione politica e di sicurezza nazionale.

L’UE continua a sostenere gli sforzi internazionali per portare la pace in Medio Oriente. È a favore della creazione di uno Stato palestinese che vive fianco a fianco con Israele. UE, ONU, USA e Russia (il cosiddetto “Quartetto”) stanno collaborando per incoraggiare entrambe le parti a pervenire ad un accordo. Stanno anche lavorando a stretto contatto con i partner delle regione per una soluzione pacifica del conflitto.

Il programma nucleare iraniano è stato una delle principali fonti di tensione a livello internazionale. Lo storico accordo del novembre 2013 con la comunità internazionale ha segnato un primo passo verso la soluzione della questione e rappresenta un tributo per il ruolo svolto dall’UE nei colloqui di pace condotti a nome della comunità internazionale.

Denis Alborino Torri

Refidest – Desteco – Ica Network

 

Fonte: Europa.eu, EU